Progettata da Bertone come versione più grande della fortunata Giulia, l'Alfa Romeo 1750 Berlina segnò il ritorno del marchio nel segmento dei veicoli di rappresentanza, dopo cinque anni di assenza.
L'Alfa Romeo 1750 Berlina si distinse per offrire un perfetto equilibrio tra le prestazioni sportive attese da una vettura del “Biscione”, una tenuta di strada sicura, un elevato livello di comfort e una guida piacevole e facile. Tutto questo in un'auto elegante e ben confezionata.
Nel 1971, grazie ad un motore più potente e di cilindrata maggiore, la 1750 divenne l'Alfa Romeo 2000 Berlina, un'opzione molto convincente nell'esclusivo “club delle due litri”, che rappresentava l'élite dell'alta gamma.
Alla fine degli anni '60 l'Alfa Romeo rafforza le proprie capacità tecniche ed economiche grazie al successo della Guilia e rinnova la propria offerta in numerosi segmenti e categorie con una serie di modelli e versioni note come “Serie 105”. ”. In pochi mesi, e con il nome 1750, furono lanciate sia la GTV Coupé, la Spider che la Berlina, che rappresentarono il ritorno del marchio nella categoria delle berline di fascia alta, dopo l'addio della 1900 e della 2000 nel 1962. .
Nell'ambito di questo ciclo di innovazione, l'azienda milanese convocò nel 1968 la stampa automobilistica nella pittoresca cittadina di Vietri sul Mare, vicino a Salerno, per presentare due modelli con molti elementi in comune, ma con vocazioni molto diverse: l'Alfa Romeo 1750 GT Coupé e Alfa Romeo 1750 Berlina.
Basata sulla fortunata Alfa Romeo Giulia, la Berlina del 1750 presentava una carrozzeria Bertone, con un passo più lungo. Sotto il cofano si distingueva per un motore di grande cilindrata: 1.779 cm 3 , che sviluppava 116 CV ed era associato ad una frizione idraulica.
Con questa proposta, Giuseppe Luraghi, allora presidente dell'Alfa Romeo, volle rendere evidente il ritorno del “Biscione” in un segmento nel quale ebbe grande successo ma dal quale era assente da alcuni anni: quello dell'alto di gamma. berline, con benefici e limiti pensati, inoltre, per coprire perfettamente le specifiche di ministeri e amministrazioni. Aspirava anche a replicare il successo che la Giulia stava avendo in Italia nei mercati internazionali che richiedevano vetture più grandi.
La proposta, prodotta nello stabilimento di Arese, offriva l'eleganza, il comfort e le prestazioni stradali attesi da una berlina di rappresentanza dal design italiano, prestazioni e motori tecnicamente avanzati e il piacere di guida che costituiscono il segno distintivo dell'identità Alfa Romeo. Visivamente offriva un aspetto molto dinamico, ma con un tocco sobrio e familiare che segnava la differenza rispetto alla GTV o alla Spider Veloce.
L’Alfa Romeo 1750 Berlina mantenne comunque il DNA sportivo del “Biscione”. A cominciare dal nome, che non si ispira alla cilindrata del motore ma alla 6C 1750, vettura da corsa degli anni '30 che vinse tre volte l'impegnativa Mille Miglia. Alimentata da
propulsione posteriore, aveva cambio a 5 marce, freni a disco e sospensioni indipendenti sulle quattro ruote. La tavolozza dei colori comprendeva, tra le altre opzioni, sia il leggendario Rosso Alfa che il Blu Le Mans.
Nel 1971 l'Alfa Romeo 1750 Berlina venne trasformata per continuare a collocarsi nei segmenti più alti del mercato. Tanto per cominciare cambiò nome diventando 2000 Berlina, segno che stava entrando nell'esclusivo club delle “due litri”, dove solo i marchi più esclusivi osavano entrare. Il suo passaporto per entrare a far parte di questa élite era un motore da 1.962 cm 3 che ne portava ancora di più le prestazioni sportive. Con 130 CV di potenza, raggiungeva una velocità massima di 200 km/h ed era capace di passare da 0 a 100 km/h in 9 secondi. Mantenendo sempre l'aspetto sobrio ed elegante di questo modello. In effetti, le uniche modifiche estetiche sono state apportate alla griglia anteriore, ai fari e alle luci posteriori.
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