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Alfa Grand Prix, 110 anni di una vettura tutta pensata per le competizioni



Il marchio allora conosciuto come Alfa compie un passo decisivo nella sua vocazione sportiva con lo sviluppo dell'Alfa 40/60 GP, il suo primo modello sviluppato esclusivamente per vincere i Gran Premi, la categoria regina degli sport motoristici fino all'arrivo della Formula 1.

Anche se la Prima Guerra Mondiale ne troncò i successi sportivi, l'Alfa 40/60 GP gettò le basi per l'importanza del “Biscione” nel periodo tra le due guerre grazie alle sue innovazioni. Alcuni di essi continuano ad essere utilizzati per molti decenni.

L'Alfa Grand Prix venne equipaggiata con il primo motore a doppio albero a camme in testa della casa milanese. Un'altra delle sue grandi novità è stata la tecnologia “Twin Spark”, presente nella meccanica Alfa Romeo fino al 2009.


Poche auto da corsa hanno avuto tanta influenza senza avere un record sportivo travolgente. Il 1° maggio 1914, ovvero 110 anni fa, l'Alfa Gran Premio percorreva i suoi primi chilometri, dopo aver iniziato il suo sviluppo nell'ottobre dell'anno precedente, per mano del leggendario ingegnere Giuseppe Merosi. Fu il primo modello dell'azienda milanese completamente progettato per gli sport motoristici, in particolare per i Gran Premi, la categoria più importante degli sport motoristici in quel momento.


Prima del Gran Premio di Francia del 1914 furono dettate le prime regole e limitazioni per le vetture che dovevano contendersi la vittoria in questa disciplina: il motore doveva avere una cilindrata massima di 4,5 litri senza alimentazione forzata e il peso della vettura doveva essere compreso tra 800 Kg e 1100 Kg e potevano essere prodotte solo 5 unità per produttore. Con questa specifica Merosi e il suo team si misero al lavoro sulla progettazione e produzione dell'Alfa Grand Prix.


Sulla base del successo dell'Alfa 40/60 HP, ingegneri e tecnici hanno ideato molteplici soluzioni innovative. Il motore, che fu il primo del “Biscione” con doppio albero a camme in testa, adottò la configurazione a valvole in testa a 90° e, come grande novità, incorporò due candele per cilindro, diventando il pioniere della tecnologia “Twin Spark”. è da decenni un segno distintivo del marchio. L'Alfa Grand Prix, risultato finale del loro lavoro, era una vettura da 1050 kg con un motore a 4 cilindri che sviluppava una potenza massima di 88 CV a 2.950 giri al minuto e poteva raggiungere i 150 km/h.


Tuttavia, il Gran Premio dell'Alfa non iniziò con il Gran Premio di Francia, che si disputò il 4 luglio 1914 sul Circuito di Lione. I preparativi dell'Alfa per la Targa Florio, una delle gare più prestigiose d'Italia, hanno impedito gli ultimi ritocchi al Gran Premio dell'Alfa. Anche la situazione politica non aiuta: il 28 giugno viene assassinato a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria ed è già avviata quella catena di telegrammi, alleanze e ultimatum che porterà allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nella quale si ritrova l’Italia. in una posizione delicata.


Vista la situazione geopolitica e l'entrata dell'Italia nel conflitto, l'Alfa convertì la produzione di auto sportive in quella di veicoli militari e di armi, ma il suo prototipo da Gran Premio non fu dimenticato: fu nascosto in una fabbrica farmaceutica di Milano in attesa del suo momento.


Nel dopoguerra, il nuovo proprietario del marchio, Nicola Romeo, si trovò davanti alla sfida di gareggiare nel Gran Premio. Invece di optare per lo sviluppo di un nuovo veicolo, decise di incaricare Merosi di salvare l'Alfa Grand Prix, ribattezzarla Alfa Romeo Grand Prix e aggiornarla. Con i suoi aggiustamenti e l'utilizzo di una lega di alluminio ed elektron per ridurre il peso, raggiunse i 102 CV e i 150 km/h ma ottenne discreti risultati e il progetto fu abbandonato nel 1922, tuttavia i suoi progressi tecnici e la sua vocazione sportiva sono ancora molto molto vivo nella filosofia del marchio.

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